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Immagine del redattorePerformens Srls

L’indeterminata esattezza…

Aggiornamento: 1 ott 2021

I valori che Calvino promuove attraverso le sue “Lezioni Americane” sono ancora oggi estremamente attuali. In questo articolo proseguiamo il nostro viaggio di scoperta, approfondendo la terza lezione americana sul valore dell’esattezza, che lui introduce così:


Esattezza vuol dire per me soprattutto tre cose: 1) un disegno dell'opera ben definito e ben calcolato; 2) l'evocazione d'immagini visuali nitide, incisive, memorabili…3) un linguaggio il più preciso possibile come lessico e come resa delle sfumature del pensiero e dell'immaginazione.


Già da sola questa definizione può aprire uno spazio di riflessione sull’importanza che il valore dell’esattezza assume oggi nelle nostre vite.


In un mondo sempre più complesso, la frenesia con cui spesso ci troviamo a gestire i nostri impegni e la nostra quotidianità, ci porta a dar per scontato di aver compreso bene ciò che ascoltiamo o leggiamo e, al tempo stesso, a perdere di vista l’importanza di come veicoliamo le nostre intenzioni e le nostre aspettative. Va da sé che questo può generare un grande senso di confusione.


Per essere pronti a navigare il cambiamento e a sentirci al passo con l’innovazione, abbiamo bisogno di fare chiarezza: rendere la “fotografia nitida” per lasciar spazio alla comprensione e cogliere la dinamicità degli eventi, senza lasciarsi vincolare dal bisogno di controllarli.


Cosa rende importante l’esattezza?


Oggi, come al tempo in cui Calvino scriveva, sembra che …il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato…


Alle volte mi sembra che un'epidemia pestilenziale abbia colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l'uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l'espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze.


Questo non riguarda solo il linguaggio, ma (era già così ai suoi tempi ed è ancor più vero oggi) …viviamo sotto una pioggia ininterrotta d'immagini; i più potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di specchi…


Inoltre, ampliando il nostro orizzonte, possiamo notare che …l'inconsistenza non è nelle immagini o nel linguaggio soltanto: è nel mondo. La peste colpisce anche la vita delle persone e la storia delle nazioni, rende tutte le storie informi, casuali, confuse, senza principio né fine.


L’epidemia che possiamo cogliere nell’uso del linguaggio, delle immagini e dei concetti coinvolge, quindi, anche l’atteggiamento mentale.


Nel nostro lavoro come coach, questo aspetto emerge anche nei racconti dei nostri coachee e, a volte, si manifesta nel loro tentativo di voler “trovare” le parole giuste, senza considerare che è nelle loro mani la possibilità di “scegliere” quelle parole che possano esprimere al meglio il proprio vissuto.

Nel momento in cui prendono consapevolezza che questa possibilità di scelta esiste, si riappropriano del senso profondo delle esperienze vissute e si esprimono con maggior chiarezza, lasciando alle loro spalle quel senso di smarrimento e confusione iniziale, per predisporsi al futuro con occhi nuovi.


Cosa possiamo fare per valorizzare l’esattezza?


...Ora, se l'elemento osservato è la stessa esattezza, lo si isola e lo si lascia sviluppare, lo si considera un'abitudine del pensiero e un atteggiamento di vita e si fa in modo che la sua forza esemplare influisca su tutto ciò che tocca, così si arriva a un uomo in cui si forma una paradossale combinazione di esattezza e di indeterminatezza.


È possibile allenare il proprio pensiero e il proprio atteggiamento mentale ad accogliere questa “indeterminata esattezza”, riconoscendo l’esistenza di quelle che Calvino definisce “due pulsioni” diverse: la pulsione del “cristallo” che determina nell’essere umano la capacità di ricondurre la complessità a schemi e modelli, facilitandone la comprensione, e la pulsione della “fiamma” che ci permette di non perdere di vista la dinamicità della realtà. Queste due pulsioni consentono…


…da una parte la riduzione degli avvenimenti contingenti a schemi astratti con cui si possano compiere operazioni e dimostrare teoremi [il cristallo]; e dall'altra parte lo sforzo delle parole per render conto con la maggior precisione possibile dell'aspetto sensibile delle cose [la fiamma].



Cosa possiamo ottenere cercando di perseguire l’esattezza?


L’esattezza permette di incrementare la consapevolezza del valore che attribuiamo agli eventi della nostra vita e di creare il nostro senso personale delle cose, nominandole nel modo giusto.


Infatti, Calvino ci ricorda che… La parola collega la traccia visibile alla cosa invisibile, alla cosa assente, alla cosa desiderata o temuta, come un fragile ponte di fortuna gettato sul vuoto. Per questo il giusto uso del linguaggio per me è quello che permette di avvicinarsi alle cose (presenti o assenti) con discrezione e attenzione e cautela, col rispetto di ciò che le cose (presenti o assenti) comunicano senza parole…


Per questo, così come scegliere le parole giuste ci consente di veicolare con chiarezza un significato, allo stesso modo predisporci a cogliere con esattezza ciò che è importante per noi e desideriamo nella nostra vita, personale e professionale, ci permette di riscoprire la nostra autenticità.


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